Superare gli ostacoli: Collegare la prontezza organizzativa e le aspettative dell’AI

Una recente ricerca condotta da IFS, l’azienda di software aziendale cloud globale, ha evidenziato una tendenza allarmante: mentre i dirigenti e i consigli di amministrazione hanno adottato con entusiasmo il potenziale dell’AI, molte organizzazioni faticano a soddisfare le aspettative operative. Lo studio, intitolato “Industrial AI: la nuova frontiera per la produttività, l’innovazione e la competizione”, ha intervistato 1.700 responsabili decisionali senior a livello globale. Ha rivelato che, nonostante la promessa dell’AI, la sua realizzazione è ostacolata da vincoli tecnologici, processi inefficienti e carenza di competenze.

Le aspettative divergono dalla realtà

L’84% dei leader aziendali prevede benefici sostanziali dall’AI per le loro organizzazioni, evidenziando tre aree chiave in cui si prevede che l’AI avrà un impatto significativo: guidare l’innovazione di prodotti e servizi, migliorare l’accessibilità dei dati interni ed esterni e ottenere riduzioni dei costi e guadagni di margine. Il grande entusiasmo che circonda l’AI ha portato l’82% dei responsabili decisionali senior a riconoscere una notevole pressione per integrare rapidamente le tecnologie AI. Tuttavia, queste stesse persone esprimono il timore che una pianificazione, un’implementazione e una comunicazione inadeguate possano portare allo stallo dei progetti di AI durante la fase pilota.

Inoltre, molte aziende non hanno dato priorità agli aspetti essenziali dello sviluppo, mancando sia l’infrastruttura che le competenze necessarie per sfruttare appieno i potenziali vantaggi dell’AI. Lo studio ha rivelato che oltre un terzo (34%) delle aziende deve ancora passare a sistemi basati su cloud, segnalando una mancanza di preparazione per implementare in modo efficace le iniziative di AI nelle loro attività. Secondo IFS, una solida strategia di AI industriale richiede un approccio completo che comprenda l’infrastruttura cloud, la gestione dei dati, processi efficienti e lo sviluppo delle competenze. A questo pensiero fa eco l’80% degli intervistati che riconosce la mancanza di pianificazione strategica e le competenze interne insufficienti come barriere al successo dell’adozione dell’AI. Inoltre, il 43% degli intervistati considera la qualità delle risorse AI all’interno delle loro organizzazioni, in particolare in termini di competenze umane, come mediocre e al di sotto dello standard desiderato.

Christian Pedersen, Chief Product Officer di IFS, ha commentato: “L’AI è pronta a diventare lo strumento aziendale più trasformativo mai visto, ma la nostra ricerca rivela che ci sono ancora incomprensioni fondamentali su come sfruttare il suo potere in ambito industriale. È importante notare che ci si aspetta che l’AI riduca in modo significativo i costi e aumenti i margini, ma la mancanza di una strategia solida fa sì che la maggior parte delle aziende sia poco qualificata e poco preparata a realizzare queste ambizioni. Abbiamo costruito IFS.ai proprio tenendo conto di queste sfide. Il valore dell’AI non si troverà semplicemente in una singola capacità di AI, ma piuttosto nella fornitura di AI in tutti i prodotti e processi aziendali. Questo supporta i cicli decisionali dei clienti e fornisce i dati e i servizi di AI necessari per realizzare il valore più velocemente”.

Pedersen ha continuato: “Per raggiungere questo obiettivo su scala è necessario un focus strategico chiaro, che includa i casi d’uso ad alto impatto specifici del settore, che disponga di un’infrastruttura basata sul cloud con AI industriale incorporata e che investa tempestivamente nello sviluppo delle competenze necessarie. Adottando questo approccio, si invertirà la tendenza alla disillusione e si otterranno i benefici richiesti dai consigli di amministrazione e dalla C-suite”.

L’ottimismo prevale, ma la pianificazione è essenziale

Purtroppo, a causa del divario di competenze, molte aziende sono in ritardo in termini di preparazione all’adozione dell’AI. IFS ha scoperto che quasi la metà degli intervistati (48%) è impegnata principalmente nella raccolta di proposte, il che indica una mancanza di strategia chiara e di risultati tangibili, mentre solo il 27% riferisce di una strategia ben definita con risultati percepibili. Inoltre, un quinto degli intervistati si trova ancora nella fase di ricerca, conducendo test non controllati, mentre un altro 5% non ha un approccio coordinato e non ha ancora avviato alcuna azione. Nonostante queste sfide iniziali, permane un senso di ottimismo, con il 47% degli intervistati che ritiene che l’AI possa apportare benefici significativi alla propria azienda entro 1-2 anni, e un ulteriore 24% che prevede benefici entro un anno.

In particolare, gli intervistati esprimono ottimismo circa l’impatto potenziale dell’AI sulla produzione intelligente e/o sulla fornitura di servizi, che potrebbe migliorare l’efficacia e semplificare la gestione aziendale e operativa (22%). Inoltre, un quinto degli intervistati prevede impatti significativi sull’innovazione, la crescita, il processo decisionale del modello aziendale, la fidelizzazione dei talenti e l’esperienza e il servizio dei clienti.

Le misure sono necessarie per affrontare la prontezza dei dati

Per sbloccare questi vantaggi, le aziende devono sfruttare la loro risorsa più preziosa: i dati. Un volume e una qualità adeguati di dati sono fondamentali per il successo delle applicazioni AI. Gli intervistati riconoscono l’importanza dei dati in tempo reale nei progetti di AI, con oltre l’86% che ne sottolinea l’importanza. Tuttavia, nonostante questo riconoscimento, meno del 23% degli intervistati ha stabilito una solida base di dati in grado di supportare sia il processo decisionale guidato dai dati che la reattività in tempo reale ai cambiamenti, indicando la necessità di ulteriori sforzi per preparare i dati all’integrazione dell’AI. Inoltre, meno del 43% degli intervistati possiede prevalentemente dati strutturati, mentre alcuni rimangono non strutturati.

Pedersen ha commentato: “La mancanza di maturità nel livello di base dei dati deve essere affrontata come parte di una strategia globale di AI, altrimenti l’AI semplicemente non sarà mai la pallottola magica che può dare il turbo all’azienda. È chiaro che le aziende hanno bisogno di supporto per la gestione e la migrazione dei dati. Sebbene l’AI sia vista come uno strumento nuovo e brillante che rivoluzionerà il business, come tutte le tecnologie, non è mai così semplice. Il potere dell’AI industriale è che può toccare tutti gli aspetti di un’azienda, dall’innovazione di prodotto all’esperienza del cliente, dalla produttività all’ESG. Il suo potenziale è enorme se i dirigenti e le organizzazioni riescono a combinare visione, strategia, tecnologia e competenze. È il momento di fare un passo indietro, fare il punto della situazione e costruire un vero piano di IA industriale per trasformare l’entusiasmo in realtà”.

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